La bella notizia: dal giorno 1 ottobre 2022 Area B entra finalmente in vigore, dopo diversi rimandi a causa del Covid.
Cosa è Area B? Si tratta di un’area che coincide con gran parte del territorio della città di Milano.
Qual è la sua funzione? È una zona a traffico limitato con divieto di accesso e circolazione per i veicoli più inquinanti e per quelli con lunghezza superiore ai 12 metri che trasportano merci.
Area B è attiva dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 19:30, festivi esclusi.
L’accesso, ove consentito, non è soggetto a pagamento.
Sul sito del Comune di Milano si possono trovare tutte le informazioni per verificare se il proprio veicolo è soggetto ad Area B e tutte le informazioni necessarie.
La notizia è davvero positiva, eppure c’è un immancabile ma e che riguarda Move in, il sistema di deroghe ideato da Regione Lombardia. Tale sistema è fortemente osteggiato dalle associazioni ambientaliste, che ritengono sia l’ennesima scorciatoia per continuare a circolare con veicoli altamente inquinanti.
In particolare, lo scorso 28 settembre c’è stato il Tavolo istituzionale sull’Aria tenutosi presso la Regione Lombardia e le associazioni hanno dovuto chiedere una rettifica a quanto da loro sostenuto.
Cosa è successo
Il resoconto di Lombardia online lascia intendere un appoggio delle Associazioni Ambientaliste alle richieste della Regione su Move in. Al contrario, al tavolo tenutosi ieri hanno preso la parola Legambiente e WWF Lombardia, rappresentata per delega da Anna Gerometta di Cittadini per l’Aria che ha ribadito con forza che nessuna associazione ambientalista ha formulato sostegno alle richieste dell’Assessore Cattaneo di aumentare i chilometraggi concessi da Move in – già elevatissimi – e di proroga dell’operatività del divieto di ingresso in Area B per gli Euro 5.
La posizione delle associazioni è stata netta: esse non supportano la posizione regionale su Area B a Milano e Move in.
Gerometta ha aggiunto che con il sistema Move in la Regione ha di fatto scaricato politicamente la responsabilità della tutela della salute dei cittadini – che per legge le compete in materia di aria – sui Comuni.
Ovviamente noi sosteniamo questa posizione e aggiungiamo che il Comune questa volta ha fatto la sua parte fino in fondo e deve essere la Regione a rispondere di questa mancata tutela della salute dei cittadini.