IN UNA CITTA’ “NORMALE”…GLI ANZIANI CAMMINANO SUL MARCIAPIEDE

In una “città normale”…gli anziani passano sul marciapiede

Continua la nostra Campagna Soci 2024 con cui vogliamo dare voce a tutte le persone che vivono in una città che non è a loro misura, che non tiene conto delle diverse capacità e che veicola l’idea che solo chi si muove in auto sia efficiente e “produttivo”.

Con la nostra campagna vogliamo quindi parlare di noi, nella veste di anziano, di genitore, di pedone, di bambino…e un po’ alla volta di tutti gli utenti deboli della strada.

Iniziamo a parlare degli anziani: come vivono la città, come si muovono, come si sentono? In una “città normale” si sentirebbero sicuri, avrebbero spazio per muoversi agevolmente sul marciapiede, potrebbero riposarsi sulle panchine e ciò favorirebbe le loro relazioni.

Ma Milano ancora non è una “città normale”…

Vediamo perché:

analizziamo la città dal punto di vista delle infrastrutture che devono essere pensate sulle esigenze dei più deboli: i semafori devono consentire un’andatura più lenta, i marciapiedi devono essere mantenuti in ordine, senza buche né gradini bassi, la segnaletica deve essere ben visibile e i mezzi pubblici frequenti e di facile accesso.

Se invece analizziamo il comportamento degli utenti della strada, allora la responsablità non ricade più solo sulle amministrazioni bensì su tutti noi, che con i nostri comportamenti possiamo fare la differenza. Si parla di rispetto, non solo verso le regole ma anche verso la persona che vediamo in difficoltà, che ha un passo più lento o che non passa sul marciapiede per colpa dell’auto parcheggiata sopra.

Le cose però non stanno così…e allora ci chiediamo: qual è l’impatto che tale situazione provoca non solo sugli anziani ma sulla società tutta, anche in termini sanitari? Innanzitutto un anziano vive un forte stress psicofisico: quando esce di casa sa che dovrà gestire la paura per la propria incolumità e la fatica di muoversi tra mille impedimenti fisici (auto parcheggiate sul marciapiede, marciapiedi troppo stretti, gradini ecc). In secondo luogo ne risente la sua vita sociale, che prevede l’interazione con gli altri, una vita all’aperto, la possibilità di godere di uno spazio che non sia accerchiato dalle auto…

Senza queste opportunità la sua salute viene compromessa, segnata, con conseguenze prevedibili sia sociali (autoisolamento, depressione) che di costi sanitari (cadute, fratture ecc)

Una città che rinuncia ad un pezzo di sé e alla ricchezza che una fascia di popolazione può darle è una città che perde moltissimo. Sappiamo che raggiungere un contesto urbano a misura di anziano è un obiettivo ancora lontanto, ma noi continuiamo a lottare per raggiungerlo.
Per questo ti invitiamo a lavorare tutti insieme per costruire una città che sia di tutti per tutti!
Associati ai Genitori Antismog, sostieni e partecipa al nostro lavoro, perché Milano sia una città vivibile e inclusiva.

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NOTA:

Nel 2006 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato la Rete globale delle città amiche degli anziani. «Age Friendly Cities», un progetto internazionale per aiutare le città a prepararsi all’invecchiamento rapido della popolazione e favorire un invecchiamento attivo. Città come Manchester che fanno parte di questa rete OMS hanno adottato piccoli accorgimenti architettonici (panchine lungo le strade commerciali, strade più larghe, segnaletica e illuminazione maggiori, servizi e negozi a misura di anziano con scritte grandi e scaffali più bassi etc) per aiutare a vincere l’apartheid degli anziani, specie dai centri cittadini.

“L’Italia è messa malissimo da questo punto di vista – commenta Giuseppe Paolisso, della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – non ci sono città né singoli quartieri all’interno di un contesto urbano a misura di anziano, in cui gli anziani possano muoversi in sicurezza; e nell’attuale situazione economica è difficile ipotizzare adeguamenti anche parziali delle città, adeguamenti che non sono a costo zero”

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