NON SONO LE AUTO A UCCIDERE, SONO LE PERSONE A FARLO

Non esistono auto killer, alberi killer come spesso i giornalisti scrivono quando raccontano un incidente.

Riportiamo un articolo di BikeItalia che condividiamo in pieno, con la speranza che cambi presto il linguaggio della cronaca e della comunità in generale, perché è il linguaggio che determina la percezione delle cose.

Ecco l’articolo:

Le auto non uccidono, sono le persone a farlo

Un ragazzo di 19 è stato ucciso a Roma mentre camminava su un ampio marciapiede. Il ragazzo è stato ucciso da un’altra persona, non da un’auto come si dice nel titolo dell’articolo. Da una persona che guidava un’auto in condizioni che non permettono di farlo in sicurezza e probabilmente ad una velocità folle. Prima di uccidere ha divelto vari ostacoli. La differenza non è irrilevante.

Le auto non uccidono, le auto non compiono scelte. Le persone uccidono, anche senza volerlo, e uccidono compiendo delle scelte, anche se non volevano uccidere. La conseguenza delle scelte è quello che conta, non la volontà, soprattutto quando riguarda la vita altrui.

Le scelte che facciamo alla guida sono la causa di oltre 3.000 morti ogni anno per incidenti stradali. La principale causa di morte degli italiani di meno di 50 anni. Il triplo dei morti sul lavoro, che tra l’altro in maggioranza muoiono in incidenti stradali. Molti di più che negli altri grandi paesi europei. In Italia si muore troppo sulle strade perché accettiamo che queste scelte vengano fatte.

Accettiamo che si vada a velocità folli, impedendo l’installazione degli autovelox e accettiamo che si guidi anche quando non si è in condizione di farlo, come in questo caso. Accettiamo questo e altro perché non vogliamo fare i conti con la realtà, la realtà che gli incidenti avvengono in base alle nostre scelte, alle nostre responsabilità.

Non esistono alberi killer o auto killer, esistono comportamenti killer, che vanno repressi e stigmatizzati. Repressi dalla polizia e stigmatizzati dalla comunità e dai media. Non si tratta di creare capri espiatori per un fenomeno fatale e inspiegabile, si tratta di instillare nella nostra comunità e in ogni suo membro il senso di responsabilità e attenzione per un atto semplice e necessario come guidare un’auto, ma sempre potenzialmente pericoloso.

Parliamo con chiarezza e direttamente di responsabilità umana e di omicidio quando è così. Quasi sempre. Parliamo dei morti sulle strade come parliamo dei morti sul lavoro, qualcosa che si può e si deve evitare, stando più attenti e assumendoci la responsabilità della sicurezza altrui a fronte di un rischio certo e conclamato.

[Paolo Gandolfi]

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