Il 17 ottobre scorso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha classificato l’inquinamento atmosferico – nel suo insieme – quale cancerogeno per l’uomo (Gruppo 1). Lo IARC ha classificato separatamente fra i cancerogeni per l’uomo anche il particolato, uno dei principali componenti dell’inquinamento atmosferico. Si legge nel comunicato stampa: “L’aria che respiriamo è oggi inquinata da una mistura di sostanze cancerogene ed è il più diffuso cancerogeno ambientale, oltre che una causa primaria di tumore”.
Abbiamo atteso dei segnali di attenzione, di preoccupazione, da parte delle nostre amministrazioni, da parte di chi governa.
Sarebbe come se la classificazione di certa cancerogenicità dell’acqua che beviamo fosse seguita da un totale silenzio istituzionale.
La totale assenza di commenti, di prese d’atto, di assunzione di responsabilità e carico del problema spaventa oltre ad essere desolante. L’aria che respiriamo è cancerogena. L’effetto è documentato. E cala il silenzio.
E’ necessario ricordare che Milano e la Lombardia hanno livelli di inquinanti dell’aria quasi unici in Europa? O ancora che le sostanze cancerogene sono le stesse che causano anche malattie non oncologiche e che quindi la riduzione degli inquinanti dell’aria deve essere una considerata una assoluta priorità?
In una delle monografie che accompagnano l’ultimo rapporto sui tumori infantili in Italia, i medici evidenziano come “molte delle esposizioni studiate sono causa di tumore nell’adulto e hanno altri effetti nocivi sulla salute del bambino” ed è “importante riconoscere che il rischio di sviluppare tumore associato ad alcuni cancerogeni è maggiore tanto più giovane è l’età al momento della prima esposizione. Queste considerazioni giustificano l’adozione del principio di precauzione in interventi di sanità pubblica volti a prevenire l’esposizione dei bambini a sostanze possibilmente cancerogene”.
Per chi avesse dubbi sulla situazione in cui viviamo e crescono i nostri figli desideriamo ricordare che nel 7° Rapporto sull’inquinamento in Lombardia del Centro Comune di Ricerca – che Genitori Antismog ha ottenuto venisse reso pubblico nel 2010 – sono riportati gli esiti dell’analisi chimica di oltre 1000 campioni raccolti in 10 stazioni in Lombardia. Lo studio giunge alla conclusione che, a causa dei soli metalli cancerogeni individuati nei campioni, in Lombardia vi è un rischio aggiuntivo di tumore da 35 a 50 casi per milione, ciò che, afferma lo studio, da solo “non è affatto un rischio irrilevante”.
Lo studio prosegue concludendo che il risultato ottenuto nel calcolo di rischio sarebbe stato molto maggiore se nell’analisi fossero stati presi in considerazione anche i composti gassosi presenti nell’aria e non invece, come fu fatto, solo le componenti del PM¹º.
Nel luglio 2013 Genitori Antismog ha proposto accesso agli atti all’Azienda Sanitaria Locale di Milano al fine di ottenere un rapporto sull’impatto dell’inquinamento atmosferico a Milano nel 2011 che includa una analisi di stima dei tumori da inquinamento dell’aria. Ad oggi l’accesso è senza risposta.
- Per chi volesse approfondire:
- IARC: Outdoor air pollution a leading environmental cause of cancer deaths
- Q&As on outdoor pollution and cancer (IARC)