Möves: perché diciamo no

Möves, una parola dal dialetto Milanese che significa “muoviti ! – muoviamoci !”. 

Lo scorso 29 Novembre 2024 al Forum Mobilità è stato presentato il nuovo progetto partecipativo del comune di Milano ( https://partecipazione.comune.milano.it/processes/moves ) e ancora con una commissione consigliare ad hoc il 12 dicembre 2024 (da vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=ENWqwHHcWS0), e lo scorso 23 Febbraio si è conclusa la prima fase. 

Möves è un progetto che si snoda in tre fasi: 

Fase 1: RACCOLTA DEI CONTRIBUTI DA CITTADINI E PORTATORI D’INTERESSE (29/11/2024 – 23/02/2025) 

Fase 2: CONDIVISIONE CON I MUNICIPI E DEFINIZIONE DELLE PRIORITA’ (dal 23/02/2025 – 01/04/2025) 

Fase 3: STESURA, CONDIVISIONE E PUBBLICAZIONE DEL DOCUMENTO FINALE (dal 01/04/2025 al 30/04/2025) 

Gli obiettivi di Möves sono:

  • Promuovere inclusione e accessibilità in ogni fase, assicurando che la redazione del documento coinvolga tutta la comunità; 
  • Facilitare il dialogo tra i vari attori per identificare le priorità e le aree di intervento; 
  • Raccogliere idee innovative e soluzioni pratiche che tengano conto delle peculiarità territoriali, organizzandole e sistematizzandole per facilitarne l’adozione da parte dell’Amministrazione; 
  • Creare consapevolezza sull’importanza di spostamenti sostenibili, evidenziando i benefici per l’ambiente e la qualità della vita urbana; 
  • Favorire l’adozione di politiche e infrastrutture concretamente realizzabili e mantenibili nel tempo. 

Ma come, un altro progetto partecipativo?

Concordiamo con la presa di posizione di FIAB Ciclobby Onlus che ha lasciato il tavolo di confronto di Mõves con queste parole: “questo percorso ci pare essere l’ennesimo espediente del Comune per non cambiare nulla, se non a parole.
Dopo lunga riflessione e dibattito interno, FIAB Milano Ciclobby ha deciso di non impegnare altro tempo per dare il proprio contributo, fatto di competenze e lunga esperienza nel campo della mobilità in bici, all’ennesimo piano rivoluzionario

Lo ripetiamo anche noi: Mõves è un modo per far perdere ulteriore tempo al già catastrofico ritardo di Milano nell’allinearsi agli standard di mobilità e alla concezione dello spazio pubblico delle altre grandi città europee.

Forse è il caso che gli amministratori di Milano si muovano davvero per attuare un vero cambiamento, che è già chiaro da oltre 15 anni a tutte quelle associazioni, comitati e gruppi che sono attivi sul territorio della città metropolitana. E’ chiaro a questo punto che non ci sia una reale volontà politica e anzi, che si voglia proprio gettare fumo negli occhi mentre dal governo centrale arriva il nuovo Codice della strada che considera il tema della mobilità sostenibile e della sicurezza sulle strade um tema marginale..

Non c’è nulla da inventare e non ci sono idee innovative da ricercare quando abbiamo la possibilità di copiare azioni già valutate e sperimentate e che hanno dimostrato di funzionare benissimo in molte altre città europee.  

Parigi oltre alle innumerevoli opere già operative, ha approvato un nuovo piano di restituzione dello spazio pubblico, eliminando entro il 2030, 60.000 posti auto, per mettere al loro posto delle aree verdi utili a mitigare l’effetto isola di calore che ormai affligge le città di tutta l’Europa occidentale. 

A Milano invece dobbiamo ancora capire come togliere le oltre 60.000 macchine parcheggiate illegalmente ogni giorno

( https://saichepuoi.it/wp-content/uploads/2024/09/report-vialibera.pdf ). 

Si chiede l’ennesimo percorso partecipativo quando la Consulta delle mobilità e della accessibilità, nominata dalla stessa giunta, puntualmente viene a sapere delle novità e dei progetti dai giornali prima che dagli assessorati! Con i quali cerca di dialogare da mesi e dopo esperienze di progetti partecipativi, presi e buttati nei cassetti (vedi ponte ghisolfa).

Si chiedono ancora consigli su come migliorare la mobilità, quando il primo cittadino a seguito dell’ennesima morte sulle strade della sua città, commenta in questo modo: “Chiudere città a mezzi pesanti? Molto complicato”, “regolamentare in maniera diversa si può fare, ma bisognerebbe cambiare mezza città e non solo Milano” 

Tutto questo palcoscenico apparecchiato per raccontarci ancora la favola di voler trovare un documento condiviso anche con gli oppositori storici della mobilità sostenibile per cercare di accontentare tutti. Siamo nel 2025 e ormai dovrebbe essere chiaro che accontentare tutti non è possibile e che certe voci ormai debbano essere messe da parte per un bene superiore della collettività. 

Un nuovo progetto partecipativo a Milano e un nuovo Codice della strada, soprannominato “Codice della strage”, perché andrà solo a peggiorare i problemi di mobilità in tutto il paese, visto che non contrasta in nessun modo il principale nemico della sicurezza stradale, la VELOCITA’.

Abbiamo veramente bisogno di perdere altro tempo in nuove strade quando ancora non riusciamo a far rispettare le regole già scritte e che già potrebbero risolvere gran parte dei problemi se fatte rispettare? Sicuramente no e sarebbe veramente l’ora di agire, anziché riproporre sempre vecchi schemi di falso interesse riguardo ai problemi della mobilità.

Un esempio perfetto è la morte di una giovane madre che ha dato la vita per salvare i suoi due piccoli figli lo scorso Dicembre in Viale Scarampo, e dove ancora oggi vengono tollerate le auto parcheggiate illegalmente sul marciapiede e che hanno sicuramente contribuito a togliere visibilità al giovane autista che non ha visto attraversare la strada due adulti e un passeggino doppio. Una tra le ultime morti che già si sarebbero potute evitare come già nel lontano 2011 quando il giovane Giacomo morì investito da un tram per colpa della solita illegalità tollerata a cui seguirono le solite false promesse di voler contrastare questo problema e dove invece a tutt’oggi non è cambiato nulla.

A Milano non si muore solo di aria cattiva ma anche e soprattutto di immobilità, quindi Möves, ma sul serio!

Simone Pantalei, Presidente dei Genitori Antismog

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