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Quali avventure ci racconta oggi la nostra Beatrice, la “mamma col passeggino” che affronta ogni giorno la vita a Milano?
“Oggi la mamma col passeggino ha un appuntamento importante: visita in ospedale, semplice routine, banale controllo senza imprevisti e sorprese in vista. Ma come al solito lei si avventura nella giungla cittadina con troppa spensieratezza, troppa fiducia che nulla scalfirà il suo equilibrio a prova di inquinamento.
E così lì, all’accettazione, nei corridoi, nota una cosa pazzesca. Un numero, un numero mirabile, eccezionale, sproporzionato. Va bene i rigori dell’inverno (inverno? gennaio-febbraio-marzo 2022 verranno ricordati come tra i più miti della storia, oltre che i più siccitosi, almeno in Lombardia), va bene che siamo in ospedale e magari, chi può dirlo, il luogo ha particolari necessità; va bene tutto, ma un termostato a 26 gradi centigradi ai primi di marzo non sfiorerà l’incredibile? E poi uno a 28? E porte e finestre e passaggi aperti come al Colosseo? E non si dica che bisogna arieggiare per via del Covid, perché a pensarci bene in inverno gli ospedali sono sempre stati caldi da schiattare, non è una particolarità di quest’anno o di questa giornata.
E neanche all’asilo nido – comunale! – del suo bimbo sul passeggino ha mai sentito un brivido di freddo, tanto che il suo piccolo, insieme a tutti gli altri, sono due anni che passa allegramente le giornate in maglietta a maniche lunghe.
Lo smog, a Milano, è anche questo. Temperature e abitudini benedette dalle autorità ma che sanno di spreco e, soprattutto, di sfregio all’ambiente. Senonché… senonché… un bel giorno ci svegliamo con una guerra alle porte e allora ecco tutti disposti a ridurre l’uso del gas, moderare le temperature nelle case, ridurre i consumi, per necessità ma anche per protesta. Per liberarci dei guerrafondai siamo pronti a cambiare subito, ma per uno stile di vita a ridotto impatto ambientale, evidentemente la motivazione non è sufficiente.
Beatrice Baracchetti